La battaglia di Trapani e quella delle Egadi: tutti i reperti e dove ammirarli

La sua centralità nel Mediterraneo ha sempre fatto della città di Trapani uno dei punti nodali delle rotte su mare della storia. Proprio per questa sua caratteristica, Drepanum (nome latino di Trapani ) fu teatro di due fra le battaglie navali più note della storia romana: quella di Trapani e quella delle Egadi, due episodi evocativi che hanno lasciato segni tangibili della competizione fra Roma e Cartagine. Si tratta di reperti e ritrovamenti in mare che costituiscono oggi incredibili attestazioni storiche, oltre che momenti di attrattività turistica per l'intero territorio trapanese.

Le due battaglie furono combattute durante la Prima Guerra Punica, fra il 249 ed il 241 a.c., a seguito della quale Roma ebbe a suo totale favore il dominio sulla parte ovest del bacino mediterraneo, mentre a Cartagine fu impedito l'accesso alle grandi rotte commerciali e militari. Due schieramenti all'epoca colossali, si fronteggiarono nelle acque antistanti la costa trapanese. Giocoforza, molte navi furono affondate, coi rispettivi equipaggi, ma anche con gli oggetti che custodivano al loro interno. Testimonianze del passato e di una delle più importanti guerre, annoverate in tutti i libri di storia.

Tanti di quei tesori sono ancora adagiati nei fondali marini, chissà dove. Altri, ritrovati nel corso degli anni da studiosi ma anche dai pescatori locali, hanno fatto assurgere Trapani ad uno dei più importanti punti di interesse del tempo. Come i famosi rostri in bronzo montati sulle prue, usati per sfondare le imbarcazioni avversarie. O, ancora, gli elmi anch'essi in bronzo, la spada in metallo, anfore e vettovaglie militari: grandi ritrovamenti che si vanno ad aggiungere ad altri due, importantissimi, come la Nave Romana di Marausa o la Nave Punica di Marsala.

La provincia di Trapani custodisce gelosamente questi reperti. É possibile ammirarne alcuni al Museo Whitaker dell'isola di Mozia, il primo museo punico sicilano, al Museo archeologico Baglio Anselmi di Marsala, alla Soprintendenza dei Beni Culturali di Trapani, al Museo Pepoli di Trapani e al Museo Archeologico di Pantelleria.



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